Articolo di un anno fa su una serie tv che ho amato molto e scritto da un blogger che ho frequentato in rete e di cui sto leggendo il primo libro, i cui temi e tesi sono stati sviluppati lungamente sul blog in questione: eschaton.---
Per cinque stagioni, dal 2008 al 2013, una serie
televisiva ha raccontato quell’America disperata che si preparava a
votare Donald Trump: si tratta di Breaking Bad. Ovvero la
storia di un insegnante scolastico di chimica che, non potendosi pagare
le cure per il cancro, inizia a produrre e spacciare droga. Ma è proprio
in questo stringatissimo riassunto — e nel rapporto di causa ed effetto
che suggerisce — che sta tutta l’ambiguità della serie, nonché il suo
contributo alla comprensione del fenomeno-Trump. Perché in realtà Walter
White, il protagonista, quelle cure potrebbe benissimo pagarsele.
Potrebbe se accettasse di rivolgersi a un medico convenzionato con
la sua assicurazione, potrebbe se per puro orgoglio non avesse
rifiutato una certa offerta di lavoro, e soprattutto potrebbe se il suo
stile di vita non prevedesse una villa con piscina (come quindici milioni di famiglie negli Stati Uniti) e una moglie casalinga da mantenere. Uno stile di vita, la cosiddetta american way of life,
che sulla scala delle disuguaglianze mondiali costituisce un
irraggiungibile modello di benessere. Di fatto la povertà di Walt è una
povertà relativa. Proprio come quella di molti americani che hanno votato Trump.