mercoledì 6 maggio 2020

Germania anno zero

Vedo che la polemica esplosa ieri sulla sentenza della GCC a proposito del QE (100 pagine di pronunciamento, quindi pronte da mesi) la si butta sulla coppia Diritto tedesco/Diritto europeo, quindi ponendola su linee assolutamente derivate e secondarie, come se il Diritto muovesse lui la storia anzi che inseguirla. Per non perdere di vista che ogni stato è sovranista a mamma soja, da MF a cura di S. Casertano.

La sentenza della Corte Costituzionale tedesca è lecita, così come era prevedibile e necessaria: la Bce deve chiarire come mai sta agendo oltre il suo mandato e perché dal 2015 acquista titoli di Stato dei Paesi in difficoltà. A Karlsruhe – dove si raduna la Corte – è stato un redde rationem: se il compito della banca centrale sarebbe limitato a gestire la valuta comune e mantenere bassa l’inflazione, perché mai dovrebbe occuparsi di politica?

mercoledì 22 aprile 2020

Art 122: non ci riprovare

Metto un pò di righe reuters che vi danno l' idea di cosa c'è in ballo tra domani all' Eurogruppo e poi in Commissione.  Un pò di numeri e stime aggiornate, focus sull' Italia, i suoi nuovi insostenibili debiti e l' improcrastinabile bisogno di liquidità. Io sono scettico anche sulle moderatissime proposte contenute nel primo paragrafo, credo che l' unico accordo possibile sarà accettato attorno all' art 122 del Trattato EU, quello che prevede misure straordinarie che però non possono diventare mai precedente politico per una stabile condivisione del debito sovrano.

Update 3 maggio: Fitch non ha perso tempo e ci ha declassato di un notch -da qualcuno bisognava pur iniziare: anche se nell' immediato non cambia nulla è comunque il primo segnale che quando i conti del lockdown saranno visibili non sarà un bello spettacolo. Giovedì 30 la BCE, lungi dal raddoppiare il PEPP e di accettare junk bonds come garanzia -come qualche cazzone di europeista onirico si aspettava- ha preso come unico provvedimento reale quello di spingere le banche a comprare debito a lungo termine (  i BTP italiani a 10 anni, solo per fare un esempio) dando in garanzia obbligazioni a breve  (i BTS italiani a 2 anni per esempio) guadagnandoci la differenza di rendimento. Bha, va bene ma servirebbe altro, altro che arriverà solo se lo stato delle cose peggiorerà nel nord europa.


Domani il Consiglio Europeo dovrebbe discutere di un progetto di piano di sostegno comunitario da 2.000 miliardi di euro, lo riporta Bloomberg, in un articolo nel quale si riferisce di aver visto il documento preliminare che sarà presentato ai partecipanti. Le risorse iniziali per la partenza del fondo per la riapertura dopo la pandemia, dovrebbe essere di 620 miliardi di euro, poco più della metà in arrivo da uno stanziamento in capo al bilancio dell'Unione Europea [che andrebbe così  ricapitalizzato, altro problemino], 300 miliardi invece dovrebbero essere raccolti sul mercato dei capitali, presumibilmente con una qualche forma di garanzia comunitaria, ma nella bozza questo passaggio non è esplicitato. Forte di questa dotazione, il fondo avrebbe una capacità di intervento più che tripla. il documento dovrebbe essere il risultato del compromesso al quali si sarebbe arrivati nelle ultime ore, frutto di un passo indietro di Francia, Spagna ed Italia, che avrebbero voluto la mutualizzazione del nuovo debito e di una parziale accettazione del tema da parte di Germania ed Olanda. Resta il fatto che, le stesse fonti citate nell'articolo, sono molto prudenti sulla possibilità che da questo documento si possa arrivare, al termine del consiglio, ad una risoluzione operativa, nel caso il semaforo dovesse accendersi con la luce verde, servirebbero comunque altri sei mesi di tempo. 

lunedì 20 aprile 2020

Le meraviglie del valore di scambio.


Proprio stamane presto stavo preparando questo post, poi sono dovuto passare ad altro. Nel frattempo il petrolio wti ha raggiunto quotazioni negative sul contratto future di maggio. Niente di grave, è il meraviglioso mondo del valore di scambio dove chi vince vince tutto.

"Un fenomeno senza precedenti, che mette in risalto l’impatto del lockdown sulle economie come non mai. E’ chiaro che il Petrolio, già in oversupply prima della crisi, ed il cui consumo è enormemente impattato dalle misure contenitive, avendo i trasporti tra i principali motivi di utilizzo, è un caso particolare. Ma si tratta di una manifestazione eclatante che l’economia moderna, globalizzata, interrelata e tarata alla massima efficienza, non è disegnata per subire un blocco delle attività. E questo non è un deterioramento, tipico delle recessioni. E’ proprio un blocco, che crea da un lato accumuli difficili da assorbire e dall’altro sospensioni di approvvigionamento altrettanto dannose (soprattutto di fatturato e reddito, ma non solo)."



A seguito dell'attuale crisi, è possibile aggiungere un'altra statistica al bilancio di Covid-19: l' indipendenza energetica statunitense. La rivoluzione dello scisto è stata responsabile della crescita della produzione di petrolio e gas negli Stati Uniti che ha portato il Presidente (Obama), il Segretario per l'energia e gli organi dell'industria a annunciare l'era dell'indipendenza e del dominio dell'energia negli Stati Uniti.

Ma, con i mercati petroliferi in subbuglio, i produttori statunitensi di scisto che rappresentano oltre i due terzi della produzione americana (e in particolare il bacino del Permiano, che rappresenta quasi il quaranta percento della produzione totale degli Stati Uniti), hanno toccato il fondo sollecitando il presidente Trump a salvare l'industria attraverso vari mezzi di sussidi, salvataggi e dazi. I produttori di scisto hanno tormentato i politici statunitensi in chiamate imbarazzanti con i funzionari dell'Arabia Saudita a causa della loro convinzione che l'Arabia Saudita, in quanto alleata strategica, non dovrebbe seguire le pratiche del libero mercato per danneggiare la narrativa sull'indipendenza energetica degli Stati Uniti che tutti hanno promosso.

domenica 12 aprile 2020

I rapporti internazionali ai tempi del lockdown

Situazione da crisi di nervi, non c'è da aggiungere altro. Da energyintel.


I senatori di diversi importanti Stati produttori di petrolio degli Stati Uniti stanno perdendo la pazienza per l'incapacità dell'Arabia Saudita di concludere un accordo che pone fine alla guerra dei prezzi del petrolio che ha aggravato lo squilibrio storico del mercato. Le conseguenze potrebbero rovesciare la delicata alleanza delle nazioni. [Il Messico si ostina a non accettare la sua quota parte di tagli ammontante a 400000 barili al giorno per i prossimi 2 mesi, strategia fortemente destabilizzante per OPEC+ e probabilmente concordata anche con Washington che, in particolare da quando è diventato esportatore netto, cerca di farsi largo nel mercato a scapito del cartello. Sul filo del rasoio però.]

domenica 5 aprile 2020

Il petrolio ai tempi del lockdown

Breve punto sulla situazione Covid: Abbott aveva annunciato un apparecchio in grado di testare la presenza di anticorpi in pochi minuti ma da inizio della settimana non ho sentito più nulla. Un altro game changer bruciato? Per il vaccino, come dicevo precedentemente, la strada è lunga è difficile, difficoltà spero unicamente legata a fattori biologici peculiari di questo virus. Il primo che arriva diventa miliardario e questo può essere un problema. Medicinali mirati per ora viaggiano in ordine sparso. Senza vaccini e medicinali specifici chi parla di effetto gregge dà un calcio alla lattina con incrocio di dita. E' chiaro che probabilmente ce lo piglieremo tutti il malefico ma in forme depotenziate e controllate e con cure appropriate.

Settimana di fuoco invece per la price war sul petrolio, con un minimo lunedì per il wti a 19,50 e chiusura venerdì   a 29$.  Le attese erano per una videoconference di OPEC+ domani (non si terrà, gli sherpa hanno bisogno di più tempo) promossa da Trump che ha telefonato a Putin e Bin Salman. L' obbiettivo sarebbero tagli alla produzione di 10-15 mln di barili al giorno, più o meno il 10-15% del consumo medio 2019.  Non mi chiedo solo io se saranno sufficienti, con circa 4 miliardi di persone in lockdown.  I rapporti sono tesi fra Russia e Arabia, in particolare i russi hanno ottenuto veramente molte molte concessioni sui condensati negli ultimi meeting di Vienna e però hanno risposto niet ai tagli proposti ad inizio marzo. Anche fra Putin e Trump, sul tema, non scorre proprio buon sangue visto il miliardario sgambetto tirato ai russi su North Stream 2 pochi mesi  fa. Una bottarella ai produttori di shale oil [e non solo] americani andava data ma, anche se le dichiarazioni russe ostentano indifferenza  per i prezzi così bassi ["possiamo durare anche 4 anni così" ha detto Novak, il ministro russo per l' energia], probabilmente la preoccupazione non è poca,  nonostante Gazprom ha un cliente, la Cina, con cui ha firmato 4 anni fa un colossale contratto trentennale. Cina che ha già annunciato l' aumento non precisato delle riserve stategiche di idrocarburi, cosa che faranno anche gli US che però risultano già belli carichi. Quindi a me pare che in realtà l' elemento di disturbo maggiore, oltre al fattore "esogeno" lockdown, sia proprio la maldestra politica statunitense che si vuole far largo a gomitate nel mercato mondiale e nel frattempo fare da arbitro: Trump ieri fa da interessatissimo mediatore e già oggi vuole mettere dazi sul petrolio saudita, l' altro ieri vuole prezzi bassi alla pompa e ieri inizia a temere un' altra ondata di fallimenti a catena delle piccole medie industrie del fracking come nel 2015.  Da vedere se le clausole inerenti al petrolio nella phase1 del deal commerciale fra cinesi e americani saranno rispettate. Casino. Articolo di 2  settimane fa tratto da aspeniaonline.



«Hard times, who knows better than I?», si chiedeva Ray Charles in una famosa canzone. Oggi sono tempi duri per l’economia a causa della pandemia, e nessuno lo sa meglio dei produttori di petrolio. Voli sospesi, limitazioni agli spostamenti, produzione interrotta in molti impianti industriali: la domanda di greggio è crollata, anche se in realtà era già fiacca prima della diffusione del virus. Ad aggravare ulteriormente il quadro è arrivata poi la “guerra dei prezzi” tra Arabia Saudita (favorevole) e Russia (contraria) e, con questa, la promessa di un forte aumento dell’offerta su un mercato poco ricettivo, per stimolare gli acquisti con un prezzo più basso. Con questa duplice causa, il valore dell’oro nero è così inevitabilmente precipitato, arrivando a toccare i 24 dollari al barile – dai circa 60 dei mesi precedenti alla pandemia.

venerdì 27 marzo 2020

Economia di blocco


  Il grande ritorno dello stato passa anche dal linguaggio bellico che sentiamo rimbalzare ovunque. E "l' economia di blocco" ripropone una rinnovata autarchia, ma i paragoni finiscono qui. A me invece vengono i brividi pensando che le forme di controllo che stanno sperimentando certo non verranno revocate finita l' emergenza. Allora cosa si dirà, che dopo tanto è una vittoria della sinistra statalista contro l' anarchia del mercato? Da foreignpolicy.com di N. Mulder.---


Il mondo è in guerra con il coronavirus? Il mese scorso, Xi Jinping ha definito lo sforzo di soppressione cinese una "guerra popolare"; nella scorsa settimana, Donald Trump si è etichettato come un "presidente del tempo di guerra", mentre Emmanuel Macron ha dichiarato che la Francia è "in guerra" con COVID-19. Mentre la risposta globale alla pandemia si fa strada, la retorica della mobilitazione in guerra è ovunque. In Italia, il paese più colpito in Europa, lo zar anti-virus del governo ha chiesto al paese di "dotarsi di un'economia di guerra" per affrontare la malattia.
Durante la crisi finanziaria globale del 2008 , i politici si sono affezionati all'utilizzo di un linguaggio bellicoso per descrivere i loro sforzi di stabilizzazione, invocando "grandi bazooka" e "shock e soggezione". Ma la natura totale della risposta globale al coronavirus rende la metafora dell'economia di guerra ancora più rilevante oggi. I governi devono attualmente gestire un'emergenza di sanità pubblica contemporaneamente alle banche centrali che agiscono per calmare i mercati finanziari, le forze armate sono schierate per costruire ospedali e i movimenti dei cittadini sono limitati dal distanziamento sociale.

mercoledì 25 marzo 2020

La Grande Depressione

Seppur riluttante, non è la mia materia, riprendo il tema della reazione anticorpale, perchè ritengo questa informazione realmente utile ed importante al fine di capire come evolverà questa crisi in termini economici e sociali: da fonti mediche si afferma che questo virus esprime nella maggior parte dei soggetti campionati una bassa risposta anticorpale, un pò come per hiv, il virus dell' aids. Il campionamento è su soggetti che hanno negativizzato l' infezione. La scarsa presa che ha il virus nei confronti di moltissimi soggetti non ha per ora riposta, non è però più attribuibile ad una generica risposta immunitaria ma bisogna capire meglio.

Questo è un enorme problema in termini di facilità di reinfezione che di vaccino.

Non solo si allungano i tempi per il vaccino e per R<1, maggior facilità di riscoppio di focolai e quindi ci si concentrerà  di più sulla cura, e speriamo ci azzecchino. [29 marzo: il prof Burioni da Fazio rilascia una dichiarazione che smentisce parzialmente quello che dico sulla reazione anticorpale]

E' la soluzione al problema principale della minimizzazione della performance sociale in termini di produzione-consumo-replica frattale del rapporto sociale di base, il più importante, che viene rimandato. Stanno centralizzando le economie come non mai tramite le politiche monetarie e fiscali, nel tentativo di contenere la recessione, ma la sincronizzazione, che pur ci vorrebbe, è fuori dalla loro portata: strutturalmente per la natura intrinsecamente  antagonistica del capitalismo ma anche, a volte conta di più, per la contingenza dei rapporti internazionali come veicolati da Obama in poi.

Articolo di N. Roubini da Project Syndicate, economista conosciuto per essere l' unico, in ambito ufficiale, ad aver anticipato la crisi dei sub-prime del 2007 [lui veramente l' ha "anticipata" qualche mese dopo ma prima di Lehman]. Lascerei perdere il paragrafo con gli scenari geopolitici.


Con la pandemia COVID-19 che continua a sfuggire al controllo, il miglior risultato economico che chiunque può sperare è una recessione più profonda di quella successiva alla crisi finanziaria del 2008.
Ma data la risposta politica imperfetta finora, le possibilità di un risultato molto peggiore aumentano di giorno in giorno.
 
NEW YORK - Lo shock per l'economia globale di COVID-19 è stato più veloce e più grave della crisi finanziaria globale del 2008 (GFC) e persino della Grande Depressione. In quei due episodi precedenti, i mercati azionari sono crollati del 50% o più, i mercati del credito si sono congelati, sono seguiti ingenti fallimenti, i tassi di disoccupazione sono saliti sopra il 10% e il PIL si è contratto ad un tasso annualizzato del 10% o più. Ma tutto ciò ha richiesto circa tre anni. Nell'attuale crisi, in tre settimane si sono concretizzati risultati macroeconomici e finanziari altrettanto disastrosi. All'inizio di questo mese, ci sono voluti solo 15 giorni prima che il mercato azionario statunitense precipitasse nel territorio degli orsi (un calo del 20% dal suo picco) - il declino più veloce di sempre. 

domenica 15 marzo 2020

Spillover



 Un amico mi ha suggerito questa lettura, piuttosto  esauriente, dal Corriere del 4 marzo, di Sandro Modeo. ---


Update del 21 marzo. Quello che invece va detto è che le banche centrali si stanno muovendo più o meno allo stesso modo del post-lehman ed invece questa è una crisi diversa e molto più corrosiva delle bronzee leggi capitalistiche. «Che sospendendo il lavoro... solo per un paio di settimane, ogni nazione creperebbe, è una cosa che ogni bambino sa».  Questi dodici anni di crisi più o meno manifesta hanno di molto cambiato il quadro internazionale. l' Europa è in coma, uno zombie, la Cina è diventata su tutti i fronti l' antagonista principale degli US ecc ecc. stavolta non ci potrà essere nessun grand bargrain come a Shangai 2016 in cui i central bankers evitarono una insorgente guerra valutaria. In pratica stanno ponendo le basi per una nuova crisi del debito sovrano delle medie potenze, così, in prima istanza, e non finisce lì. Japanification in ambiente recessivo difficilmente sarà sostenibile. 

Giovedì e venerdì sia BCE che FED hanno messo in campo la prima 750 e la seconda 1000 miliardi di euro e dollari, più o meno pari 4 % del pil complessivo. Va meglio dal punto di vista delle cifre, rispetto al primo annuncio nella conference call della Lagarde,  sarà sufficiente però solo a tenere in piedi l' edificio finanziario -cioè a non far saltare il banco. Il resto è demandato allo stimolo fiscale a livello dei singoli paesi. Si è già visto che la cinghia di trasmissione di questi interventi non arriva ai piani bassi del impianto sociale, meglio: ci arriva come ulteriore diminuzione del potere d' acquisto, disoccupazione, peggiori condizioni di lavoro e più in generale di esistenza. E il coronavirus sconsiglia assembramenti. ---


Concludendo la sua analisi sulla «matematica del contagio», Paolo Giordano citava il libro del saggista scientifico David Quammen, Spillover (il titolo si riferisce ai «salti di specie» degli agenti patogeni dall’ animale all’uomo) come degno «di un articolo a sé». In effetti, quel testo può aiutare come pochi altri ad addomesticare il nostro attuale spaesamento, a capire da dove provenga davvero l’ombra che si è allungata nelle nostre giornate, a livello individuale e collettivo.

Esito di sei anni di lavoro accanito, Spillover scorre in superficie come un reportage ipnotico, in cui Quammen ricostruisce origine e andamento di tutte le epidemie-pandemie degli ultimi decenni (dall’Ebola alla SARS) incontrando non solo medici e scienziati, ma anche testimoni e sopravvissuti, delle aree e dei «focolai» volta a volta decisivi, si tratti di foreste congolesi, fattorie australiane o mercati cantonesi di animali selvatici. Ma a un livello sottostante, Quammen ci invita quasi a ogni pagina a considerare il nostro rapporto con gli agenti patogeni in una prospettiva naturalistica (o meglio biologico-evoluzionistica) che può conferirgli un senso più profondo. 

giovedì 5 marzo 2020

Big Pharma

Dal New York Times di tre giorni fa. Il titolo è "Big Pharma potrebbe porre un ostacolo allo sviluppo del vaccino". Se le raccontano da soli le meraviglie del Capitale. L' autore è il solito liberal un pò scandalizzato ed eticamente superiore, comunque articolo di immediato interesse.

Mentre il pericolo del coronavirus cresceva in tutto il mondo, minacciando di diffondersi negli Stati Uniti, i Centri per il controllo e la prevenzione [CDC] delle malattie hanno avvertito martedì che: "Non è più una questione se questo accadrà più, ma piuttosto una questione di esattamente quando questo accadrà e quante persone in questo paese avranno una malattia grave ”. Sono in corso sforzi di per un vaccino. Anthony Fauci, direttore del National Institutes of Health per le malattie infettive, ha affermato che se un vaccino è pronto per essere utilizzato in un anno, "sarebbe il record mondiale". Più veloce di ciò significherebbe, afferma il dottor Fauci, "tagliare angoli pericolosi". 

domenica 9 febbraio 2020

La volatilità delle supply chain



Devo dire due parole sulla faccenda coronavirus che già questa settimana sembra derubricata a faccenda locale: ogni nazione fa la conta dei propri infetti e deceduti e si va avanti così. Ora, detto spassionatamente, dei malati e morti cinesi non gliene fotte niente a nessuno -nonostante ci siano, con oggi, circa 400 milioni di persone tra monitorati o direttamente all' interno del cordone sanitario- l' unica cosa che conta è l' impatto economico nei prossimi trimestri.

Non mi ci metto certo io a fare i conti, Goldman Sachs  quantifica per il PIL cinese una perdita tra lo 0,4 e l' 1,5%, posto tutto il PIL 2020 in crescita del 6% anno su anno. Il contributo cinese alla crescita globale invece è del 17% e la previsione 2020 del PIL mondiale è inferiore al 3% y/y,  ad essere ottimisti. Un' idea così ve la potete fare anche voi con semplici equazioni. In realtà nessuno sa quanto tempo durerà questa cosa e  se le previsioni di 3 mesi per ottenere e produrre un vaccino siano realistiche.

E questo è, diciamo così, il solito modo materialista volgare di vedere le cose, fa il paio con quello che continua a desumere conseguenze facendo il parallelo con la SARS del 2003. La storia non si ripete uguale a se stessa, l' analogia un metodo logico spuntato, anche se a volte non se ne possiede un altro.

Come sapete, nella mia visione disfattista ma non catastrofista sulla sorte del capitalismo mondiale, visione per cui mai si è usciti dalla crisi del 2007, vedevo l'economia mondiale ben più traballante di quanto spacciassero i vari report delle case di investimento - e a cascata dei pennivendoli di tutto il mondo. L' accordo " phase 1" sul trade deal aveva solo sancito un riequilibrio della bilancia commerciale fra USA e Cina a scapito di altri fornitori ma non aumenta per nulla la torta dei commerci cioè delle produzioni. Invece cambia velocemente i rapporti di forza e la loro percezione: borse americane sui massimi assoluti e quelle cinesi molto molto meno entusiaste, prima della pandemia ovviamente.

Il principale problema che fu messo a fuoco da tutti dai primi due anni di guerra delle tariffe, cioè l' incertezza sul prezzo e sulla continuità delle forniture, era già da tempo considerato un problema strategico, un problema che già iniziava ad essere affrontato sia dal lato delle alternative-paese sia dal punto di vista tecnologico (vedi per es qui, qui, qui e altrove nel blog)

In altri termini globalizzazione e deglobalizzazione come momenti escludenti l' uno dell' altro non hanno senso se non  congiunturalmente e così anche il de-coupling economico: joint-venture che si formano e si sciolgono lungo i sentieri che gli interessi a breve o a lungo tracciano, le narrazioni seguono.

Update del 27 feb: alcuni miei commenti lasciati in settimana sul blog Diciottobrumaio:

 a mio parere lo stato delle cose mostra la sua debolezza, le epidemie non sono certo una novità. vedremo come la gestiranno quando diverrà pandemia, si stanno cagando addosso
questa pandemia è da pesare sul impatto economico e non sulla mortalità. siamo 7 e più miliardi, cosa vuoi che importi. dato che la borghesia pensa di riuscire a cavarsela manu propria anche stavolta, quel mezzo esserino dà proprio noia, mostra tutta la fragilità intrinseca della baracca. negli US hanno fatto meno di 500 tamponi in tutto, tanto per dire
insisto: per questa si muore in percentuali ben più alte dell' influenza ma dal punto di vista del profitto la iattura vera è che quelli che rimangono vivi sono molto meno attivi nella loro performance sociale. la pandemia potrebbe avere un impatto economico tra i maggiori della storia, giunge in un momento delicatissimo delle relazioni internazionali, delle condizioni finanziarie e dell' industria in particolare. l' unica roba che può fermare la valanga è il vaccino -che infatti si stanno sbrigando a fare. san francisco città ha dichiarato l' emergenza. se c'è diffusione, come penso, anche negli stati uniti, diventa complicato parecchio
questi del CDC sono dei cazzoni, ancora non hanno pronti i kit diagnostici, i primi sfornati avevano un reagente che non funzionava. può darsi, la vedo dura, che questa storia entri anche nelle presidenziali

Sotto articolo da Bloomberg di qualche giorno fa, da non leggere come nuovo strombazzato allarme per l' economia mondiale ma come ancora incerta presa d' atto che la modifica delle supply chain è conclamata e alcuni si erano già mossi in questo senso. La cosa richiede tempo visti i volumi del traffico, il coronavirus però non ne è la causa ma un catalizzatore che accelera un processo già resosi necessario.---

Proprio mentre l'oscurità della guerra commerciale che pesava sui produttori di macchinari giapponesi si stava sollevando, il coronavirus colpì. E adesso? Ogni risposta deve rendere conto della nuova realtà: le catene di approvvigionamento in Cina sono sempre più instabili. Era stata avviata una vera ripresa . L' indicatore attentamente monitorato del ciclo delle spese in conto capitale, gli ordini di macchine utensili sono aumentati del 10% a dicembre da novembre, quando avevano toccato il minimo pluriennale. Macchinari che aiutano a realizzare apparecchiature 5G e parti di automobili elettriche   è stato il top nelle menti degli investitori, con i prezzi delle azioni delle società che forniscono questi componenti in aumento nell'ultimo anno, nonostante i guadagni più bassi. Gli ordini di robot industriali, un indicatore per le aziende di automazione, dovrebbero aumentare del 6% quest'anno, secondo quanto riferito dalla Japan Robot Association il mese scorso, prima che le paure sul coronavirus diventassero pervasive. Fanuc Corp. ha superato le aspettative di prestazione nei suoi ultimi risultati.