mercoledì 22 aprile 2020

Art 122: non ci riprovare

Metto un pò di righe reuters che vi danno l' idea di cosa c'è in ballo tra domani all' Eurogruppo e poi in Commissione.  Un pò di numeri e stime aggiornate, focus sull' Italia, i suoi nuovi insostenibili debiti e l' improcrastinabile bisogno di liquidità. Io sono scettico anche sulle moderatissime proposte contenute nel primo paragrafo, credo che l' unico accordo possibile sarà accettato attorno all' art 122 del Trattato EU, quello che prevede misure straordinarie che però non possono diventare mai precedente politico per una stabile condivisione del debito sovrano.

Update 3 maggio: Fitch non ha perso tempo e ci ha declassato di un notch -da qualcuno bisognava pur iniziare: anche se nell' immediato non cambia nulla è comunque il primo segnale che quando i conti del lockdown saranno visibili non sarà un bello spettacolo. Giovedì 30 la BCE, lungi dal raddoppiare il PEPP e di accettare junk bonds come garanzia -come qualche cazzone di europeista onirico si aspettava- ha preso come unico provvedimento reale quello di spingere le banche a comprare debito a lungo termine (  i BTP italiani a 10 anni, solo per fare un esempio) dando in garanzia obbligazioni a breve  (i BTS italiani a 2 anni per esempio) guadagnandoci la differenza di rendimento. Bha, va bene ma servirebbe altro, altro che arriverà solo se lo stato delle cose peggiorerà nel nord europa.


Domani il Consiglio Europeo dovrebbe discutere di un progetto di piano di sostegno comunitario da 2.000 miliardi di euro, lo riporta Bloomberg, in un articolo nel quale si riferisce di aver visto il documento preliminare che sarà presentato ai partecipanti. Le risorse iniziali per la partenza del fondo per la riapertura dopo la pandemia, dovrebbe essere di 620 miliardi di euro, poco più della metà in arrivo da uno stanziamento in capo al bilancio dell'Unione Europea [che andrebbe così  ricapitalizzato, altro problemino], 300 miliardi invece dovrebbero essere raccolti sul mercato dei capitali, presumibilmente con una qualche forma di garanzia comunitaria, ma nella bozza questo passaggio non è esplicitato. Forte di questa dotazione, il fondo avrebbe una capacità di intervento più che tripla. il documento dovrebbe essere il risultato del compromesso al quali si sarebbe arrivati nelle ultime ore, frutto di un passo indietro di Francia, Spagna ed Italia, che avrebbero voluto la mutualizzazione del nuovo debito e di una parziale accettazione del tema da parte di Germania ed Olanda. Resta il fatto che, le stesse fonti citate nell'articolo, sono molto prudenti sulla possibilità che da questo documento si possa arrivare, al termine del consiglio, ad una risoluzione operativa, nel caso il semaforo dovesse accendersi con la luce verde, servirebbero comunque altri sei mesi di tempo. 

lunedì 20 aprile 2020

Le meraviglie del valore di scambio.


Proprio stamane presto stavo preparando questo post, poi sono dovuto passare ad altro. Nel frattempo il petrolio wti ha raggiunto quotazioni negative sul contratto future di maggio. Niente di grave, è il meraviglioso mondo del valore di scambio dove chi vince vince tutto.

"Un fenomeno senza precedenti, che mette in risalto l’impatto del lockdown sulle economie come non mai. E’ chiaro che il Petrolio, già in oversupply prima della crisi, ed il cui consumo è enormemente impattato dalle misure contenitive, avendo i trasporti tra i principali motivi di utilizzo, è un caso particolare. Ma si tratta di una manifestazione eclatante che l’economia moderna, globalizzata, interrelata e tarata alla massima efficienza, non è disegnata per subire un blocco delle attività. E questo non è un deterioramento, tipico delle recessioni. E’ proprio un blocco, che crea da un lato accumuli difficili da assorbire e dall’altro sospensioni di approvvigionamento altrettanto dannose (soprattutto di fatturato e reddito, ma non solo)."



A seguito dell'attuale crisi, è possibile aggiungere un'altra statistica al bilancio di Covid-19: l' indipendenza energetica statunitense. La rivoluzione dello scisto è stata responsabile della crescita della produzione di petrolio e gas negli Stati Uniti che ha portato il Presidente (Obama), il Segretario per l'energia e gli organi dell'industria a annunciare l'era dell'indipendenza e del dominio dell'energia negli Stati Uniti.

Ma, con i mercati petroliferi in subbuglio, i produttori statunitensi di scisto che rappresentano oltre i due terzi della produzione americana (e in particolare il bacino del Permiano, che rappresenta quasi il quaranta percento della produzione totale degli Stati Uniti), hanno toccato il fondo sollecitando il presidente Trump a salvare l'industria attraverso vari mezzi di sussidi, salvataggi e dazi. I produttori di scisto hanno tormentato i politici statunitensi in chiamate imbarazzanti con i funzionari dell'Arabia Saudita a causa della loro convinzione che l'Arabia Saudita, in quanto alleata strategica, non dovrebbe seguire le pratiche del libero mercato per danneggiare la narrativa sull'indipendenza energetica degli Stati Uniti che tutti hanno promosso.

domenica 12 aprile 2020

I rapporti internazionali ai tempi del lockdown

Situazione da crisi di nervi, non c'è da aggiungere altro. Da energyintel.


I senatori di diversi importanti Stati produttori di petrolio degli Stati Uniti stanno perdendo la pazienza per l'incapacità dell'Arabia Saudita di concludere un accordo che pone fine alla guerra dei prezzi del petrolio che ha aggravato lo squilibrio storico del mercato. Le conseguenze potrebbero rovesciare la delicata alleanza delle nazioni. [Il Messico si ostina a non accettare la sua quota parte di tagli ammontante a 400000 barili al giorno per i prossimi 2 mesi, strategia fortemente destabilizzante per OPEC+ e probabilmente concordata anche con Washington che, in particolare da quando è diventato esportatore netto, cerca di farsi largo nel mercato a scapito del cartello. Sul filo del rasoio però.]

domenica 5 aprile 2020

Il petrolio ai tempi del lockdown

Breve punto sulla situazione Covid: Abbott aveva annunciato un apparecchio in grado di testare la presenza di anticorpi in pochi minuti ma da inizio della settimana non ho sentito più nulla. Un altro game changer bruciato? Per il vaccino, come dicevo precedentemente, la strada è lunga è difficile, difficoltà spero unicamente legata a fattori biologici peculiari di questo virus. Il primo che arriva diventa miliardario e questo può essere un problema. Medicinali mirati per ora viaggiano in ordine sparso. Senza vaccini e medicinali specifici chi parla di effetto gregge dà un calcio alla lattina con incrocio di dita. E' chiaro che probabilmente ce lo piglieremo tutti il malefico ma in forme depotenziate e controllate e con cure appropriate.

Settimana di fuoco invece per la price war sul petrolio, con un minimo lunedì per il wti a 19,50 e chiusura venerdì   a 29$.  Le attese erano per una videoconference di OPEC+ domani (non si terrà, gli sherpa hanno bisogno di più tempo) promossa da Trump che ha telefonato a Putin e Bin Salman. L' obbiettivo sarebbero tagli alla produzione di 10-15 mln di barili al giorno, più o meno il 10-15% del consumo medio 2019.  Non mi chiedo solo io se saranno sufficienti, con circa 4 miliardi di persone in lockdown.  I rapporti sono tesi fra Russia e Arabia, in particolare i russi hanno ottenuto veramente molte molte concessioni sui condensati negli ultimi meeting di Vienna e però hanno risposto niet ai tagli proposti ad inizio marzo. Anche fra Putin e Trump, sul tema, non scorre proprio buon sangue visto il miliardario sgambetto tirato ai russi su North Stream 2 pochi mesi  fa. Una bottarella ai produttori di shale oil [e non solo] americani andava data ma, anche se le dichiarazioni russe ostentano indifferenza  per i prezzi così bassi ["possiamo durare anche 4 anni così" ha detto Novak, il ministro russo per l' energia], probabilmente la preoccupazione non è poca,  nonostante Gazprom ha un cliente, la Cina, con cui ha firmato 4 anni fa un colossale contratto trentennale. Cina che ha già annunciato l' aumento non precisato delle riserve stategiche di idrocarburi, cosa che faranno anche gli US che però risultano già belli carichi. Quindi a me pare che in realtà l' elemento di disturbo maggiore, oltre al fattore "esogeno" lockdown, sia proprio la maldestra politica statunitense che si vuole far largo a gomitate nel mercato mondiale e nel frattempo fare da arbitro: Trump ieri fa da interessatissimo mediatore e già oggi vuole mettere dazi sul petrolio saudita, l' altro ieri vuole prezzi bassi alla pompa e ieri inizia a temere un' altra ondata di fallimenti a catena delle piccole medie industrie del fracking come nel 2015.  Da vedere se le clausole inerenti al petrolio nella phase1 del deal commerciale fra cinesi e americani saranno rispettate. Casino. Articolo di 2  settimane fa tratto da aspeniaonline.



«Hard times, who knows better than I?», si chiedeva Ray Charles in una famosa canzone. Oggi sono tempi duri per l’economia a causa della pandemia, e nessuno lo sa meglio dei produttori di petrolio. Voli sospesi, limitazioni agli spostamenti, produzione interrotta in molti impianti industriali: la domanda di greggio è crollata, anche se in realtà era già fiacca prima della diffusione del virus. Ad aggravare ulteriormente il quadro è arrivata poi la “guerra dei prezzi” tra Arabia Saudita (favorevole) e Russia (contraria) e, con questa, la promessa di un forte aumento dell’offerta su un mercato poco ricettivo, per stimolare gli acquisti con un prezzo più basso. Con questa duplice causa, il valore dell’oro nero è così inevitabilmente precipitato, arrivando a toccare i 24 dollari al barile – dai circa 60 dei mesi precedenti alla pandemia.