venerdì 27 marzo 2020

Economia di blocco


  Il grande ritorno dello stato passa anche dal linguaggio bellico che sentiamo rimbalzare ovunque. E "l' economia di blocco" ripropone una rinnovata autarchia, ma i paragoni finiscono qui. A me invece vengono i brividi pensando che le forme di controllo che stanno sperimentando certo non verranno revocate finita l' emergenza. Allora cosa si dirà, che dopo tanto è una vittoria della sinistra statalista contro l' anarchia del mercato? Da foreignpolicy.com di N. Mulder.---


Il mondo è in guerra con il coronavirus? Il mese scorso, Xi Jinping ha definito lo sforzo di soppressione cinese una "guerra popolare"; nella scorsa settimana, Donald Trump si è etichettato come un "presidente del tempo di guerra", mentre Emmanuel Macron ha dichiarato che la Francia è "in guerra" con COVID-19. Mentre la risposta globale alla pandemia si fa strada, la retorica della mobilitazione in guerra è ovunque. In Italia, il paese più colpito in Europa, lo zar anti-virus del governo ha chiesto al paese di "dotarsi di un'economia di guerra" per affrontare la malattia.
Durante la crisi finanziaria globale del 2008 , i politici si sono affezionati all'utilizzo di un linguaggio bellicoso per descrivere i loro sforzi di stabilizzazione, invocando "grandi bazooka" e "shock e soggezione". Ma la natura totale della risposta globale al coronavirus rende la metafora dell'economia di guerra ancora più rilevante oggi. I governi devono attualmente gestire un'emergenza di sanità pubblica contemporaneamente alle banche centrali che agiscono per calmare i mercati finanziari, le forze armate sono schierate per costruire ospedali e i movimenti dei cittadini sono limitati dal distanziamento sociale.

mercoledì 25 marzo 2020

La Grande Depressione

Seppur riluttante, non è la mia materia, riprendo il tema della reazione anticorpale, perchè ritengo questa informazione realmente utile ed importante al fine di capire come evolverà questa crisi in termini economici e sociali: da fonti mediche si afferma che questo virus esprime nella maggior parte dei soggetti campionati una bassa risposta anticorpale, un pò come per hiv, il virus dell' aids. Il campionamento è su soggetti che hanno negativizzato l' infezione. La scarsa presa che ha il virus nei confronti di moltissimi soggetti non ha per ora riposta, non è però più attribuibile ad una generica risposta immunitaria ma bisogna capire meglio.

Questo è un enorme problema in termini di facilità di reinfezione che di vaccino.

Non solo si allungano i tempi per il vaccino e per R<1, maggior facilità di riscoppio di focolai e quindi ci si concentrerà  di più sulla cura, e speriamo ci azzecchino. [29 marzo: il prof Burioni da Fazio rilascia una dichiarazione che smentisce parzialmente quello che dico sulla reazione anticorpale]

E' la soluzione al problema principale della minimizzazione della performance sociale in termini di produzione-consumo-replica frattale del rapporto sociale di base, il più importante, che viene rimandato. Stanno centralizzando le economie come non mai tramite le politiche monetarie e fiscali, nel tentativo di contenere la recessione, ma la sincronizzazione, che pur ci vorrebbe, è fuori dalla loro portata: strutturalmente per la natura intrinsecamente  antagonistica del capitalismo ma anche, a volte conta di più, per la contingenza dei rapporti internazionali come veicolati da Obama in poi.

Articolo di N. Roubini da Project Syndicate, economista conosciuto per essere l' unico, in ambito ufficiale, ad aver anticipato la crisi dei sub-prime del 2007 [lui veramente l' ha "anticipata" qualche mese dopo ma prima di Lehman]. Lascerei perdere il paragrafo con gli scenari geopolitici.


Con la pandemia COVID-19 che continua a sfuggire al controllo, il miglior risultato economico che chiunque può sperare è una recessione più profonda di quella successiva alla crisi finanziaria del 2008.
Ma data la risposta politica imperfetta finora, le possibilità di un risultato molto peggiore aumentano di giorno in giorno.
 
NEW YORK - Lo shock per l'economia globale di COVID-19 è stato più veloce e più grave della crisi finanziaria globale del 2008 (GFC) e persino della Grande Depressione. In quei due episodi precedenti, i mercati azionari sono crollati del 50% o più, i mercati del credito si sono congelati, sono seguiti ingenti fallimenti, i tassi di disoccupazione sono saliti sopra il 10% e il PIL si è contratto ad un tasso annualizzato del 10% o più. Ma tutto ciò ha richiesto circa tre anni. Nell'attuale crisi, in tre settimane si sono concretizzati risultati macroeconomici e finanziari altrettanto disastrosi. All'inizio di questo mese, ci sono voluti solo 15 giorni prima che il mercato azionario statunitense precipitasse nel territorio degli orsi (un calo del 20% dal suo picco) - il declino più veloce di sempre. 

domenica 15 marzo 2020

Spillover



 Un amico mi ha suggerito questa lettura, piuttosto  esauriente, dal Corriere del 4 marzo, di Sandro Modeo. ---


Update del 21 marzo. Quello che invece va detto è che le banche centrali si stanno muovendo più o meno allo stesso modo del post-lehman ed invece questa è una crisi diversa e molto più corrosiva delle bronzee leggi capitalistiche. «Che sospendendo il lavoro... solo per un paio di settimane, ogni nazione creperebbe, è una cosa che ogni bambino sa».  Questi dodici anni di crisi più o meno manifesta hanno di molto cambiato il quadro internazionale. l' Europa è in coma, uno zombie, la Cina è diventata su tutti i fronti l' antagonista principale degli US ecc ecc. stavolta non ci potrà essere nessun grand bargrain come a Shangai 2016 in cui i central bankers evitarono una insorgente guerra valutaria. In pratica stanno ponendo le basi per una nuova crisi del debito sovrano delle medie potenze, così, in prima istanza, e non finisce lì. Japanification in ambiente recessivo difficilmente sarà sostenibile. 

Giovedì e venerdì sia BCE che FED hanno messo in campo la prima 750 e la seconda 1000 miliardi di euro e dollari, più o meno pari 4 % del pil complessivo. Va meglio dal punto di vista delle cifre, rispetto al primo annuncio nella conference call della Lagarde,  sarà sufficiente però solo a tenere in piedi l' edificio finanziario -cioè a non far saltare il banco. Il resto è demandato allo stimolo fiscale a livello dei singoli paesi. Si è già visto che la cinghia di trasmissione di questi interventi non arriva ai piani bassi del impianto sociale, meglio: ci arriva come ulteriore diminuzione del potere d' acquisto, disoccupazione, peggiori condizioni di lavoro e più in generale di esistenza. E il coronavirus sconsiglia assembramenti. ---


Concludendo la sua analisi sulla «matematica del contagio», Paolo Giordano citava il libro del saggista scientifico David Quammen, Spillover (il titolo si riferisce ai «salti di specie» degli agenti patogeni dall’ animale all’uomo) come degno «di un articolo a sé». In effetti, quel testo può aiutare come pochi altri ad addomesticare il nostro attuale spaesamento, a capire da dove provenga davvero l’ombra che si è allungata nelle nostre giornate, a livello individuale e collettivo.

Esito di sei anni di lavoro accanito, Spillover scorre in superficie come un reportage ipnotico, in cui Quammen ricostruisce origine e andamento di tutte le epidemie-pandemie degli ultimi decenni (dall’Ebola alla SARS) incontrando non solo medici e scienziati, ma anche testimoni e sopravvissuti, delle aree e dei «focolai» volta a volta decisivi, si tratti di foreste congolesi, fattorie australiane o mercati cantonesi di animali selvatici. Ma a un livello sottostante, Quammen ci invita quasi a ogni pagina a considerare il nostro rapporto con gli agenti patogeni in una prospettiva naturalistica (o meglio biologico-evoluzionistica) che può conferirgli un senso più profondo. 

giovedì 5 marzo 2020

Big Pharma

Dal New York Times di tre giorni fa. Il titolo è "Big Pharma potrebbe porre un ostacolo allo sviluppo del vaccino". Se le raccontano da soli le meraviglie del Capitale. L' autore è il solito liberal un pò scandalizzato ed eticamente superiore, comunque articolo di immediato interesse.

Mentre il pericolo del coronavirus cresceva in tutto il mondo, minacciando di diffondersi negli Stati Uniti, i Centri per il controllo e la prevenzione [CDC] delle malattie hanno avvertito martedì che: "Non è più una questione se questo accadrà più, ma piuttosto una questione di esattamente quando questo accadrà e quante persone in questo paese avranno una malattia grave ”. Sono in corso sforzi di per un vaccino. Anthony Fauci, direttore del National Institutes of Health per le malattie infettive, ha affermato che se un vaccino è pronto per essere utilizzato in un anno, "sarebbe il record mondiale". Più veloce di ciò significherebbe, afferma il dottor Fauci, "tagliare angoli pericolosi".