Seppur riluttante, non è la mia materia, riprendo il tema della reazione anticorpale, perchè ritengo questa informazione realmente utile ed importante al fine di capire come evolverà questa crisi in termini economici e sociali: da fonti mediche si afferma che questo virus esprime nella maggior parte dei soggetti campionati una bassa risposta anticorpale, un pò come per hiv, il virus dell' aids. Il campionamento è su soggetti che hanno negativizzato l' infezione. La scarsa presa che ha il virus nei confronti di moltissimi soggetti non ha per ora riposta, non è però più attribuibile ad una generica risposta immunitaria ma bisogna capire meglio.
Questo è un enorme problema in termini di facilità di reinfezione che di vaccino.
Non solo si allungano i tempi per il vaccino e per R<1, maggior facilità di riscoppio di focolai e quindi ci si concentrerà di più sulla cura, e speriamo ci azzecchino. [29 marzo: il prof Burioni da Fazio rilascia una dichiarazione che smentisce parzialmente quello che dico sulla reazione anticorpale]
E' la soluzione al problema principale della minimizzazione della performance sociale in termini di produzione-consumo-replica frattale del rapporto sociale di base, il più importante, che viene rimandato. Stanno centralizzando le economie come non mai tramite le politiche monetarie e fiscali, nel tentativo di contenere la recessione, ma la sincronizzazione, che pur ci vorrebbe, è fuori dalla loro portata: strutturalmente per la natura intrinsecamente antagonistica del capitalismo ma anche, a volte conta di più, per la contingenza dei rapporti internazionali come veicolati da Obama in poi.
Articolo di N. Roubini da Project Syndicate, economista conosciuto per essere l' unico, in ambito ufficiale, ad aver anticipato la crisi dei sub-prime del 2007 [lui veramente l' ha "anticipata" qualche mese dopo ma prima di Lehman]. Lascerei perdere il paragrafo con gli scenari geopolitici.
Con
la pandemia COVID-19 che continua a sfuggire al controllo, il miglior
risultato economico che chiunque può sperare è una recessione più
profonda di quella successiva alla crisi finanziaria del 2008. Ma data la risposta politica imperfetta finora, le possibilità di un risultato molto peggiore aumentano di giorno in giorno.
NEW YORK - Lo shock per l'economia globale di COVID-19 è stato più
veloce e più grave della crisi finanziaria globale del 2008 (GFC) e
persino della Grande Depressione.
In quei due episodi precedenti, i mercati azionari sono crollati del
50% o più, i mercati del credito si sono congelati, sono seguiti ingenti
fallimenti, i tassi di disoccupazione sono saliti sopra il 10% e il PIL
si è contratto ad un tasso annualizzato del 10% o più. Ma tutto ciò ha richiesto circa tre anni. Nell'attuale crisi, in tre settimane si sono concretizzati risultati macroeconomici e finanziari altrettanto disastrosi. All'inizio
di questo mese, ci sono voluti solo 15 giorni prima che il mercato
azionario statunitense precipitasse nel territorio degli orsi (un calo
del 20% dal suo picco) - il declino più veloce di sempre.