Sì, no, non lo so, astensionismo di maniera, illibertà è partecipazione. Le alternative poste dal Dominio sono sempre più stringenti e allo stesso tempo mai si occupano davvero di cosa c'è in ballo: è che siamo tutti in ballo. Non amo la Costituzione nata dalla Resistenza, il quadro normativo, superato nella sua forma compromissoria dai fatti, del rapporto del sfruttamento di una classe sull' altra, in cui è scritto nero su bianco che la fatica di produrre non può essere equamente ripartita e che a partire da ciò una accozzaglia di gruppi, masse, personale politico, potentati e strati sociali, possibilmente impermeabili allo scorrere dei decenni, si fa Stato. E' il miraggio della sovranità popolare. Questa illusione contiene qualche verità: "il popolo", un tempo lievito della mutazione sociale, è "salito", sino a diventare il lievito della coesione sociale.
Eppure una toccatina a Pinocchietto Renzi andrebbe data a mio modo di vedere esclusivamente per le sue politiche platealmente di classe, non che potrebbe essere altrimenti, che alcuni sottolineano ingiuste "in quanto vengono dal centro-sinistra". Forse non si sono accorti che la fase progressiva della sinistra è finita al più tardi a metà degli anni 70. I soliti mugugni. Bhe, chi segue questo blog sa che sul argomento non spreco fiato, il concetto "sinistra" non ha nulla a che fare con l'orientamento verso l' altro modo di produzione, quello più elevato intendo.
Le ragioni del incremento della produttività in qualche modo vanno assolte, in Italia si assolvono però senza rimuoverne gli ostacoli maggiori: forte influenza della decisione politica, a partire dalla fiscalità, su una eccessiva parte dell' economia; quantità e qualità delle classi intermedie create per decreto quando non direttamente per voto di scambio; una classe di imprenditori poco selezionata, spesso incapace, che si ritrova nel "delicato" ruolo di mungere valore solo per eredità o donazione.
Si sa che il liberalismo è una esca che nasconde un amo aguzzo: mobilità sociale, merito, opportunità sono fumisteria ideologica che cela la riproduzione tal quale del rapporto tra classi, concedendo la chance della intercambiabilità fra atomi sociali. Eppure sono anche ragioni che un punto di vista non-borghese potrebbe accogliere, un punto di vista che non si nega la mostruosa e destabilizzante vitalità sociale che il Capitale pretende per non illanguidire. In Italia la riforma consisterebbe non in un assetto istituzionale che impedisse la partitocrazia, cosa che non può funzionare, ma che la impedisse nel suo nascere in seno alla nostra complicatissima società civile, il luogo della guerra di tutti contro tutti.
«una classe di imprenditori poco selezionata, spesso incapace, che si ritrova nel "delicato" ruolo di mungere valore solo per eredità o donazione». Splendido.
RispondiEliminabuonadomenica!
RispondiEliminaanche se fosse più selezionata, comunque mungerebbe ...
RispondiEliminaad ogni modo s'è vero che l'essenza del capitale non muta, è anche vero che non tutti i padroni, presi singolarmente, sono uguali
anche la mungitura vuole la sua arte ...
e bisogna stare attenti a non far venire la mastite alla mucca..
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