L' ineguaglianza dello sviluppo economico e
politico è una legge assoluta del capitalismo
Pinocchietto Renzi avrebbe dovuto leggere fino in fondo Lenin: avrebbe avuto qualche dubbio in più sul appoggio dei ceti medi italiani alle sue riforme---.
Marx, nel terzo volume del “Capitale”, individua nella forma democratica la "forma specifica" dello Stato capitalista e vede nelle altre forme di Stato capitalistico "variazioni" e "gradazioni" della "forma specifica». La "forma specifica" dello Stato capitalistico é la forma democratica della dittatura borghese alla massima purezza. E' l' involucro "puro", cioé l’involucro di una società composta solo da imprenditori e salariati tendente alla massima concentrazione dei mezzi di produzione. Le "variazioni" e le "gradazioni" della "forma specifica" dello Stato borghese sono l'espressione delle variazioni e delle gradazioni dello sviluppo economico capitalistico "puro". Lo sviluppo economico del capitalismo é variato e graduato, quindi ineguale. Ne deriva che anche lo sviluppo degli Stati, che avvolgono tutte le parti del mercato mondiale, é variato e graduato, cioé ineguale.[...]
L’ ineguale sviluppo politico del capitalismo si manifesta nell’ esistenza di Stati democratici differenziati. Le riforme dello Stato che le principali metropoli imperialistiche hanno attuato, nel corso storico di decenni e come soluzione a crisi politiche provocate dall’ineguale sviluppo capitalistico e dalle sue contraddizioni e conflitti, dimostrano che le necessità di adeguamento della sovrastruttura sono imposte dalla sopravvivenza del capitalismo stesso. Lo sviluppo capitalistico porta alla concentrazione economica. A questa concentrazione corrisponde lo sviluppo dello Stato imperialistico che avviene in un continuo variare di istituzioni. Quando, per l’ineguale sviluppo mondiale economico e politico, le istituzioni dello Stato imperialistico non si adeguano con una continua variazione si ha uno squilibrio che esplode in una crisi politica. E' ciò che accade in Italia. Perché le istituzioni dello Stato imperialistico, in certi momenti, non si adeguano ai movimenti strutturali? La spiegazione sta proprio nella tesi di Lenin per cui l’ineguale sviluppo del capitalismo é economico e politico. Se appare chiaro che uno Stato di un capitalismo non ancora maturato imperialisticamente non può avere istituzioni politiche di tipo imperialistico, meno chiaro é perché le istituzioni di uno Stato imperialistico non si adeguino prontamente allo sviluppo del mercato mondiale.
Ci troviamo di fronte ad una contraddizione fondamentale dell’imperialismo che deve essere pienamente compresa dall’analisi della crisi politica. Nel capitolo sul parassitismo e la putrefazione del capitalismo, nella sua opera sull’ imperialismo Lenin individua questa contraddizione: "Come abbiamo visto, la base economica più profonda dell' imperialismo é il monopolio, originate dal capitalismo e trovantesi, nell’ ambiente generale del capitalismo, della produzione mercantile, della concorrenza, in perpetuo e insolubile antagonismo con l’ambiente medesimo ...". L’ambiente generale del capitalismo é il libero mercato. La concentrazione monopolistica, generata dal libero mercato, si trova in perpetuo contrasto con l' ambiente generale stesso del capitalismo. Cosi come non vi é una società capitalistica con soli monopoli, cosi non vi sono istituzioni politiche esclusivamente “monopolistiche”. Anzi, siccome l' antagonismo tra i monopoli ed il loro ambiente generale é perpetuo le istituzioni politiche, lo Stato, riflettono continuamente questo antagonismo. Ciò viene accentuato dalla crisi economica.
maggio 1976
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