mercoledì 1 luglio 2015

La natura umana per Marx (1)


La filosofia ha dibattuto ampiamente il tema dell’essenza dell’Uomo. Sarebbe impossibile – ed anche inutile – ripercorrere le tappe di tale dibattito; semplificando, si possono però individuare due tesi principali: la prima afferma la natura egoistica e individualistica dell’Uomo(1); la seconda afferma che l’Uomo è un essere storico e sociale(2).
Per Marx: «…l’essere umano non è un’astrazione immanente all’individuo singolo. Nella sua realtà, esso è l’insieme dei rapporti sociali»(3).
Non esiste, dunque, una “vera” natura dell’uomo rintracciabile a prescindere da qualunque contesto storico-sociale e che possa essere riconosciuta anche nell’ipotetico uomo isolato e senza relazioni sociali, in quel Robinson Crusoe di cui lo stesso Marx parla nell’ambito della critica all’economia politica inglese. L’uomo è un essere sociale e, in quanto tale, la sua essenza è inscindibile dai concreti
rapporti entro cui egli svolge la propria esistenza:
«La mia coscienza universale non è altro che la forma teoretica di ciò di cui la comunità reale, l’essere sociale, è la forma vivente» […] «Anzitutto bisogna evitare di fissare di nuovo la “società” come astrazione di fronte all’individuo. L’individuo è l’essere sociale» […] «La vita individuale dell’uomo e la sua vita come essere appartenente ad una specie non differiscono tra loro»(4).
L’essenza dell’uomo è una essenza di genere (“ente naturale generico”-gattungswesen -  ovvero ente naturale – animale - appartenente ad un genere - umano -) (5)  che non esiste aprioristicamente se non in modo puramente “generico”, ma si costituisce storicamente.Proprio in questa accentuazione dell’elemento storico dell’essenza umana risiede una delle ragioni di maggior contrasto con la concezione materialistico- naturalistica di Feurbach.
Marx osserva: «Nel senso più letterale, l’uomo è uno zoon politikon, ζῷον πολιτικόν), non solo un animale sociale, ma anche un animale che solo in società può isolarsi».
Qui il termine “isolarsi” deve essere inteso come “individualizzarsi”(6), “costituirsi come
individuo singolo (sich vereinzeln)”(7).
Marx prosegue: «La produzione del singolo, del tutto al di fuori della società, è una rarità, che può capitare ad un individuo civilizzato che sia stato gettato dal caso in una
condizione selvaggia, ma che già possiede dinamicamente le forze sociali; insomma, è un’irrealtà (Unding), così come lo sarebbe lo sviluppo della lingua, in mancanza di individui che vivano assieme e che comunichino tra loro attraverso il linguaggio».
Qui Marx individua la condizione per la costituzione delle persone in “libere individualità” ovvero il pieno dispiegamento della dimensione sociale delle relazioni umane. Ogni affermazione sulla “natura umana” che prescinda dall'analisi delle condizioni sociali e storiche in cui essa si presenta è una forma di metafisica. Noi siamo il prodotto della nostra vita, del nostro essere sociale.
“Anche le idee, le opinioni e i concetti, insomma, anche la coscienza degli uomini, cambia col cambiare delle loro condizioni di vita, delle loro relazioni sociali, della loro esistenza sociale. Cos'altro dimostra la storia delle idee, se non che la produzione intellettuale si trasforma assieme a quella materiale? Le idee dominanti di un'epoca sono sempre state soltanto le idee della classe dominante. Si parla di idee che rivoluzionano un'intera società; con queste parole si esprime semplicemente il fatto che entro la vecchia società si sono formati gli elementi di una nuova, e che la dissoluzione delle vecchie idee procede di pari passo con la dissoluzione dei vecchi rapporti d'esistenza”(8)


1 Spesso si fa riferimento al “modello giusnaturalistico” di Thomas Hobbes per il quale “l’uomo è un lupo per l’uomo” (homo homini lupus). Per Hobbes nello “stato di natura” la situazione è quella della “guerra di tutti contro tutti” (bellum omnium contra omnes) per cui si rende necessario un ente – lo “stato assoluto”, il Leviatano – non sottoposto ad alcuna ulteriore sovranità e capace di regolare i rapporti tra gli uomini.
2 E qui i riferimenti possono andare da Aristotele a Marx.  
3 Karl Marx, Tesi su Feuerbach, VI
4 Karl Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844, Einaudi, pag. 110.
5 Karl Marx, Introduzione a Per la critica dell’economia politica, 1857
6 Karl Marx, Introduction to a Contribution to the Critique of Political Economy, MEIA: «Man is a Zoon politikon [political animal] in the most literal sense: he is not only a social animal, but an animal that can be individualised only within society».
7 Costanzo Preve, Marx inattuale, p.175, Bollati Boringhieri, 2004.
8 Karl Marx – Fredrich Engels, Manifesto del partito comunista.


da Antiper: " Dialogo sugli spaghetti allo scoglio e sugli uomini"

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