E' una Reuters, niente di più, dà però un' idea di come sono andate le cose nei negoziati sul debito greco.
di Dina Kyriakidou
ATENE, 20 luglio (Reuters) - Ancora una volta Alexis Tsipras si è sforzato di prendere una decisione. Per ore, il 13 luglio, il primo ministro greco e i leader europei avevano sviscerato i termini di un nuovo accordo persalvare la Grecia dalla bancarotta e mantenere il Paese nell'eurozona.
E quando una copia dell'ultima versione venne mandata in stampa, la cancelliera Angela Merkel, il presidente francese François Hollande e il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk erano soddisfatti. Lo sembrava anche Tsipras, ma lasciò la stanza per verificare ancora una volta alcuni dettagli con i compagni del suo partito Syriza.
Un'ora dopo non era ancora tornato. I capo di stato e di governo passeggiavano avanti e indietro, gingillandosi con i telefonini. Il presidente lituano e il premier sloveno dissero che non potevano più attendere e uscirono dalla porta di servizio, come racconta un diplomatico coinvolto nell'organizzazione del vertice.
Alla fine Tsipras riapparve e la sua risposta confermò quanto i leader europei già sospettavano: senza il pieno appoggio del suo partito, il leader greco non poteva impegnarsi. La scrittura della bozza doveva ricominciare da capo.
ATENE, 20 luglio (Reuters) - Ancora una volta Alexis Tsipras si è sforzato di prendere una decisione. Per ore, il 13 luglio, il primo ministro greco e i leader europei avevano sviscerato i termini di un nuovo accordo persalvare la Grecia dalla bancarotta e mantenere il Paese nell'eurozona.
E quando una copia dell'ultima versione venne mandata in stampa, la cancelliera Angela Merkel, il presidente francese François Hollande e il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk erano soddisfatti. Lo sembrava anche Tsipras, ma lasciò la stanza per verificare ancora una volta alcuni dettagli con i compagni del suo partito Syriza.
Un'ora dopo non era ancora tornato. I capo di stato e di governo passeggiavano avanti e indietro, gingillandosi con i telefonini. Il presidente lituano e il premier sloveno dissero che non potevano più attendere e uscirono dalla porta di servizio, come racconta un diplomatico coinvolto nell'organizzazione del vertice.
Alla fine Tsipras riapparve e la sua risposta confermò quanto i leader europei già sospettavano: senza il pieno appoggio del suo partito, il leader greco non poteva impegnarsi. La scrittura della bozza doveva ricominciare da capo.
Il contrattempo rafforzò i dubbi dell'Europa sulla capacità di Tsipras di controllare il suo partito. Amici e compagni dicono che dietro l'aria compassata del leader quarantenne c'è una persona che cerca di bilanciare gli interessi economici della Grecia, quelli di Syriza e la sua ideologia di sinistra. Su molti punti si rivolge ad una ristretta squadra di consiglieri, conferendo con loro più volte prima di prendere un'importante decisione.
La strategia di Tsipras ai colloqui per il bail-out era di spingere i partner internazionali fino al limite, scommettendo che avrebbero fatto concessioni pur di impedire alla Grecia di uscire dall'eurozona. Alla fine è stato costretto ad abbozzare, poi ad improvvisare una linea mentre la crisi del suo Paese si avvitava a spirale.
Si è ritrovato stretto dalla Germania da un lato, che non voleva sborsare un altro centesimo per puntellare la Grecia, e dal suo partito dall'altro, che si è opposto all'austerità chiesta in cambio del salvataggio. L'indecisione e i ritardi sono costati alla Grecia circa 30 miliardi di euro solo nelle ultime tre settimane, secondo un alto funzionario della Ue.
L'incapacità di Tsipras di stringere un accordo all'inizio di luglio, che ha provocato la chiusura dellebanche greche e portato l'economia al tracollo, ha spinto il costo del successivo bailout a 86 miliardi di euro, dai 53 miliardi che la Grecia aveva chiesto solo poche settimane prima.
Tsipras non ha parlato con Reuters per questo articolo. Ma il 15 luglio scorso ha detto alla radio greca Ert che aveva fatto degli errori e preso cattive decisioni, aggiungendo: "Potete accusarmi di molte cose: che avevo l'illusione di poter sconfiggere questa Europa, che il potere di ciò che è giusto potesse sconfiggere il potere delle banche e del denaro. Ma non potete accusarmi di mentire al popolo greco".
Un ex compagno di Syriza, che conosce Tsipras da quando era un adolescente e ora milita in un altro partito, ha detto: "Ha fatto una carriera politica fulminante, ma le sue decisioni sono il frutto delle sue paure: paura di essere il primo ministro che portava la Grecia fuori dall'euro, paura di spaccare il suo partito e anche paura di tradire l'ideologia per la quale ha combattuto e in cui ha creduto da quando era bambino".
FULMINANTE ASCESA
Nato nel 1974, a pochi giorni dal ritorno alla democrazia dopo sette anni di dittatura militare, Tsipras ha aderito a 14 anni al movimento giovanile del Partito comunista. Tre anni dopo passava ad un gruppo meno dogmatico che avrebbe ribattezzato più tardi Syriza.
In Syriza ha fatto una rapida carriera. Come capo dell'ala giovanile "era un buon amministratore dell'ordinario, ma non dava l'impressione che sarebbe diventato un grande leader", ha detto un anziano membro del partito.
Tuttavia il presidente del partito Alekos Alavanos lo scelse come candidato a sindaco di Atene nel 2006. Giocando sulla carta della gioventù e della sincerità, Tsipras prese a sorpresa il 10,5% dei voti - non abbastanza per vincere, ma un grande risultato per quello che era allora un piccolo partito.
A 33 anni diventa lui stesso presidente di Syriza, il leader politico più giovane della storia della Grecia moderna. Prima dei 40,senza alcuna esperienza di governo nazionale, prende la guida del governo, eletto sulla promessa di archiviare l'austerità, pur mantenendo il Paese nella zona euro.
Anche il suo mentore ritiene che la promessa sia stata disattesa. Alevanos, ora 65enne, ha lasciato Syriza alcuni anni fa e ora guida un piccolo partito che caldeggia l'uscita dall'euro. Non ha mai contestato Tsipras pubblicamente, ma ha criticato l'idea che la Grecia potesse rimanere nella moneta unica senza applicare l'austerità: "Il buon senso dice che è impossibile".
IL CERCHIO MAGICO
Da premier Tsipras si è attorniato di collaboratori con poca esperienza di governo o di politica internazionale. I membri del suo circolo ristretto sono amici fidati con cui condivide ideologia ed età.
Il suo braccio destro è Nikos Pappas, di due anni più giovane, un economista che viveva in Scozia senza l'ambizione di tornare in patria quando Tsipras gli chiese di unirsi a lui nel 2008.
Tsipras prese con sé anche Yanis Varoufakis, un economista con laurea in Gran Bretagna, che ha insegnato in Australia e Stati Uniti. "Tsipras lo scelse perché sapeva superare certe barriere che esistevano tra di noi, era riconoscibile e con contatti internazionali", ha detto una fonte di Siryza.
Ma Varoufakis era anche radicale ed esplicito. Nominato ministro delle Finanze dopo la vittoria di Siryza a gennaio, si è dimostrato più incendiario che pompiere nel negoziato con i creditori internazionali. Anche Tsipras è rimasto scioccato dal suo piano di reclutare per la strada greci e turisti come ispettori delle tasse, dicono fonti del partito.
Mentre i negoziati affondavano, queste due figure hanno preso strade diverse. Varoufakis ha lasciato,accusando Tsipras di volere stringere un accordo con i creditori a qualsiasi prezzo.
In questo trambusto, Tsipras poteva contare su altre due persone di fiducia, ma di natura diversa. Uno era Alekos Flambouraris, che aveva lavorato con il padre di Tsipras nell'industria edile. Chi è vicino a Tsipras dice che il 73enne Flambouraris offre un sostegno psicologico al leader che cerca di combinare partito, Paese e princìpi.
L'altro sostegno é la sua partner Betty Batziana, suo amore dai tempi del liceo, che ha cercato di mantenere un basso profilo. In uno dei suoi pochi contatti con i media durante un viaggio a Mosca, i giornalisti le hanno chiesto se era vero che avrebbe lasciato Tsipras se avesse fatto un cattivo accordo per la Grecia. Per tutta risposta ha sorriso.
UN GRUPPO BEN ASSORTITO
La squadra dei consiglieri di Tsipras ha iniziato a discutere dell'idea di un referendum ad aprile, quando stava diventando sempre più chiaro che i creditori non avrebbero ceduto sulle richieste di austerità. Lo scopo era di usare il voto sulle condizioni del piano di salvataggio per radicare la posizione del primo ministro, raccogliere attorno a lui un ampio sostegno di pubblica opinione, dandogli una leva più forte verso icreditori, come raccontano gli insider.
L'appoggio popolare era importante, ma questa mossa sottovalutava due importanti fattori. Primo, la vera carta negoziale della Grecia con i creditori era la minaccia del caos che sarebbe potuto seguire all'uscita del Paese dalla zona euro.
Secondo, Tsipras si affannava a tenere unita Syriza, composta da una galassia di 16 gruppi: dai maoisti agli ambientalisti, alcuni dei quali volevano tornare alla dracma.
I partner internazionali erano nel frattempo sempre più stanchi dell'indecisione di Tsipras. Il 24 giugno il premier si incontrava per ore alla sede della commissione europea con il capo del Fmi Christine Lagarde, il presidente della commissioneJean-Claude Juncker, il capo della Bce Mario Draghi e i ministri finanziari dell'Eurogruppo.
Due persone vicine ai colloqui, hanno riferito che Tsipras è sembrato sul punto di accettare le condizioni del bailout per due volte, ma ha chiesto una pausa per consultarsi con la sua delegazione, che comprendeva Varoufakis e Pappas. E per due volte era tornato nella stanza senza il suo solito sorriso per dire che il pacchetto era "inaccettabile", provocando irritazione e perdita di fiducia. "Aveva portato un carico di attivisti di Syriza con sé e ogni volta che pensavamo di avere un accordo, andava dietro la porta a consultarsi con i suoi compagni e tornava con la faccia seria a dirci che non era fattibile", ha detto una delle fonti. Un funzionario greco ha detto che c'era un minibus a disposizione dei ministri greci e degli economisti di Syriza: "E' naturale che il primo ministro si consulti con la sua delegazione".
COMPAGNI
Al referendum i greci hanno votato contro le dure condizioni del piano di austerità. E' stata una grande vittoria per Tsipras, ma il sollievo non è durato a lungo. Ha cercato il consenso del Parlamento per tornare al tavolo negoziale europeo e, non sicuro di riuscire a tenere insieme il suogoverno, si è rivolto all'opposizione.
I leader di tutti i principali partiti greci, con l'eccezione di Alba dorata di estrema destra, sono stati convocati per un incontro al palazzo presidenziale il 6 luglio. E' durato sette ore. Le fonti dicono che Tsipras è stato accusato di portare la Grecia a un passo dal disastro. Anche se il premier ha passato la maggior parte del tempo a consultare i colleghi europei al telefono, ha ascoltato le critiche, parlato poco e preso molti appunti. Appariva stanco e nervoso e rispondeva: "Dobbiamo fare tutti autocritica".
Alla fine della maratona è stato pubblicata una nota congiunta, secondo cui il "no" del referendum all'accordo di salvataggio conferiva un mandato al governo a condurre nuovi negoziati. Durante le cinque ore di dibattito parlamentare, iniziato dopo la mezzanotte e finito con l'appello finale reso da Tsipras con voce tremante, Syriza era in subbuglio.
I parlamentari fumavano nonostante il divieto, quelli di Syriza camminavano su e giù nei corridoi dicendo ai giornalisti che il governo non sarebbe sopravvissuto alla notte. Alla fine, alcuni deputati del partito si sono ribellati, ma la posizione di Tsipras è passata grazie all'appoggio di altri partiti. Logoro, ma con un mandato parlamentare, è tornato a Bruxelles per lo showdown finale. In realtà aveva perso ogni leva negoziale e questa volta le condizioni gli sono state imposte.
Tsipras appariva esausto. Alcuni leader europei lo hanno persino invitato ad andare a riposare. Ma grazie all'intervento della Francia, è stato raggiunto un accordo con il quale la Grecia ha accettato riforme economiche più dure di quelle che le erano state offerte prima. Tsipras ha annunciato al suo team con calma: "Ok, abbiamo firmato".
Ad Atene un gruppo di sostenitori di Syriza si riuniva attorno ad una tavola in un cortile nel quartiere di Exarcheia,
tradizionalmente di sinistra. C'era chi sosteneve le ragioni dell'intesa a tutti i costi e chi propendeva per la fine dell'austerità anche al prezzo di tornare alla dracma. Ma unanime era la simpatia verso Tsipras: "Non avrà esperienza politica, ma è un uomo di onore e un combattente", ha detto Nikos Kapios, un ex attore di 80 anni, che animava il dibattito.
Nel weekend successivo Tsipras ha fatto un rimpasto di governo, sostituendo i ministri che si erano opposti al nuovo accordo con la Ue.Con Syriza divisa, Tsipras, che resta popolare tra gli elettori, potrebbe andare a nuove elezioni alla fine dell'anno: "Se non lo fa, la colpa è dei suoi compagni", ha detto Kapios.
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