venerdì 23 ottobre 2015

Spazio al Capitale !


La bulimica fame di guadagni porta ad allargare ancora e ancora i confini dello spazio che si può mettere a profitto, a partire da quello esistenziale degli individui. Ma lasciamo da parte soggettive malinconie e avventuriamoci nella scia del businnes interstellare, in cui figurano anche gli italiani, non a caso conosciuti come popolo di navigatori, come di un' altra mezza dozzina di cose.---


I privati sono da tempo protagonisti del settore spaziale in qualità di costruttori e sviluppatori dei satelliti e dei veicoli con e senza equipaggio. Gli Stati Uniti hanno aperto un nuovo fronte delle attività commerciali in orbita terrestre, e noi lo analizziamo

IL RUOLO DEI PRIVATI – Quando si parla del settore privato nello spazio, si fa spesso erroneo riferimento alle aziende che negli ultimi anni stanno ottenendo degli exploit nell’ambito dei programmi avviati dalla NASA (di cui parleremo in seguito). In realtà il settore commerciale è da tempo inserito nell’ambito delle costruzioni spaziali, con aziende nel ruolo di appaltatori o sub-appaltatori. Tutti gli oggetti spaziali, che siano satelliti, sonde interplanetarie o veicoli con equipaggio, sono commissionati dalle agenzie spaziali o da clienti privati alle aziende che da anni operano nel settore.
Per fare alcuni esempi: la maggioranza dei moduli pressurizzati della sezione “non russa” della Stazione spaziale internazionale (International Space Station – ISS) è stata costruita da Thales Alenia Space Italia; lo Space Shuttle è stato realizzato dall’allora Rockwell International, ora Boeing; il futuro veicolo spaziale con equipaggio della NASA, Orion, ha come capo-commessa l’azienda Lockheed Martin.


I PROGRAMMI DELLA NASA – L’ente spaziale statunitense ha avviato una serie di programmi che hanno cambiato il volto del settore spaziale anche a livello internazionale, permettendo alle aziende private di poter condurre proprie missioni spaziali complesse, dal lancio fino al completamento. I programmi si articolano in diversi rami. Alle origini, il Commercial Crew and Cargo Program Office (Ufficio per il programma per i veicoli commerciali cargo e con equipaggio), abbreviato in C3PO – evidente rimando al robot umanoide della saga di Star Wars – ha gestito:
i Commercial Orbital Transportation Services (servizi di trasporto commerciale in orbita), dedicati allo sviluppo di capacità di sviluppo di veicoli spaziali cargo da parte di aziende private;
il Commercial Crew Development che riguardava invece i veicoli spaziali con equipaggio.

In questo contesto sono emerse tre aziende su tutte: la Space-X, la Orbital Sciences (ora Orbital-ATK) e la Boeing. Le prime due si sono aggiudicate contratti per il rifornimento periodico della ISS tramite i veicoli spaziali cargo Dragon e Cygnus. Per quanto concerne il volo con equipaggio – ora sotto l’ombrello del Commercial Crew Program – le vincitrici dei relativi contratti per lo sviluppo dei veicoli sono state la Space-X (con una versione modificata della capsula Dragon) e la Boeing con la CST-100 Starliner. La NASA è in procinto di rinnovare i contratti per i rifornimenti alla ISS: oltre alla Space-X e alla Orbital-ATK, parteciperanno la Sierra Nevada Corporation e il colosso Lockheed Martin. Tramite questi programmi gli Stati Uniti mirano a colmare il gap di capacità nel volo spaziale con equipaggio creatosi all’indomani del ritiro dello Space Shuttle, e terminare così la dipendenza dalla Russia per quanto concerne il cambio di equipaggi sulla ISS.

PROSPETTIVE FUTURE – La possibilità, per le aziende private, di poter portare a compimento missioni spaziali complesse, apre interessanti scenari, e non solo in orbita terrestre. Innanzitutto, Paesi che non possiedono veicoli spaziali possono comprare il servizio direttamente dalle aziende suddette, potendo così inviare propri astronauti in orbita senza necessariamente avere un’agenzia spaziale di riferimento, o senza passare per l’approvazione della NASA. In più, le aziende potranno formare i propri gruppi di astronauti senza che questi facciano parte delle agenzie spaziali. I programmi di volo spaziale commerciale offrono, inoltre, la possibilità a enti spaziali che possiedono un corpo di astronauti, ma non i veicoli per mandarli in orbita – come l’Agenzia spaziale europea (European Space Agency – ESA) – di sviluppare proprie missioni con equipaggio “affittando” l’intero veicolo o comprando alcuni posti disponibili a un prezzo contenuto rispetto a quello praticato dalle altre agenzie spaziali. Come accennato in precedenza, il volo spaziale commerciale potrà non fermarsi all’orbita terrestre, ma spingersi verso altre destinazioni, come la Luna, Marte o gli asteroidi. Tratteremo questo aspetto in un’altra occasione.


Emiliano Battisti

 http://www.ilcaffegeopolitico.org/33912/spazio-ai-privati

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