"Cicale o formiche? Questo è il dilemma" che ci pone il dominio del Capitale tramite la sua irrazionale logica ancor prima che attraverso i suoi speakers media-etici ed ideologici. E se rimandassimo al mittente l' alternativa tra consumatori compulsivi ed indebitati contro risparmiatori tirchi e stitici ma con i conti in ordine ? Ce li avrei, io, dei conti da pareggiare, ma è che stamane, ancora più stringente (la fase anale non è, evidentemente, superata), è che stamane, dicevo, nelle mie oramai rigide meningi, si è fatta strada una ampia proposta programmatica: farci mantidi in attiva -cioè dialettica- attesa del inaspettabile.
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Nell’immaginario
europeo siamo soliti considerare il cittadino continentale come
risparmiatore, rispetto a quello americano visto, invece, come un
dissipatore, spesso anche assai indebitato. Non si tratta di una
banalizzazione tra buoni e cattivi, ma di una consuetudine ormai
radicata che nasconde anche alcune verità.
Dagli inizi degli anni ’80, con l’avvento della Reaganomics,
gli americani hanno spesso vissuto sopra ai loro mezzi, vale a dire
utilizzando il debito come strumento per coprire la differenza tra
reddito disponibile e spese sostenute. Tale abitudine è divenuta,
purtroppo, una consuetudine consolidata e non sorprende che la
percentuale di risparmio del cittadino medio sia una delle più basse al
mondo.
In base ad una recente ricerca condotta su 5.000 adulti, il 62% del
campione dispone di soli $1.000 sul proprio deposito bancario, mentre il
21% nemmeno di un conto di risparmio. Entrambe le categorie non possono
fare affidamento, pertanto, su un fondo di emergenza per coprire una
spesa imprevista per finanziare la quale ricorrono al credito, amici,
parenti od anticipi sulla pensione.
Una seconda indagine, condotta da Bankrate, sito comparativo di
offerte finanziarie, conferma gli stessi dati, ma su un campione ridotto
di mille unità specificando, in aggiunta, la percentuale delle fonti di
finanziamento per il sostenimento di una spesa imprevista:
- Riduzione di altre voci di spesa (26%)
- Prestiti da familiari od amici (16%)
- Utilizzo di carte di credito (12%)
Tra coloro i quali disponevano, invece, di risparmi prima della crisi
del 2008, il 57% dichiara che hanno utilizzato parte o tutte le somme
durante la Grande Recessione, secondo un’indagine condotta dalla Federal
Reserve lo scorso anno su 4.000 persone.
Nell’ultima ricerca disponibile, il 29% degli intervistati dichiara
depositi superiori ai $1,000; il 14% con un saldo medio superiore ai
$10,000, il 5% tra $5,000 e $10,000 ed il 10%, infine, tra $1,000 e
$5,000.
Sorprendentemente, solo il 9% del campione ammette di disporre di
risparmi sufficienti per soddisfare un bisogno improvviso. Suddivisi per
fasce di età, invece, gli ultra cinquantenni, suddivisi tra i baby
boomers (51-65) e pensionati (over 65), sono più risparmiatori rispetto
agli under 50, appesantiti dai debiti contratti su casa, auto ed anche
per sostenere gli studi universitari (student loans).
Commento
Negli Stati Uniti è normale consuetudine dichiarare redditi e
depositi bancari e pertanto le ricerche possono essere considerate
affidabili, diversamente dalla stessa statistica condotta in un
qualsiasi altro Paese europeo.
Non c’è pertanto da stupirsi del risultato di queste ricerche.
L’America è un Paese profondamente trasformato dalla Grande Recessione
ad oggi. La ripresa economica successiva non è si è dimostrata, ad oggi,
ancora adeguata a riportare lo standard di vita ai livelli pre-crisi.
Oggi il reddito medio di un americano è pari a $51.500, rispetto ai
$55.000 di dieci anni prima.
L’incremento dei debiti personali sommato all’intervento, sempre più
massiccio, dello stato sociale hanno permesso di mantenere i consumi
privati quasi invariati nell’ultimo lustro. Negli Stati Uniti 147
milioni di cittadini ricevono uno o più sussidi statali o federali, tra
Social Security e Medicare, su una popolazione di 322 milioni, pari ad
oltre il 45% del totale, un dato che fa riflettere sul precario stato di
salute della finanza personale degli americani.
http://marketinsight.it/2015/10/16/stati-uniti-popolo-di-cicale-o-formiche
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