lunedì 25 giugno 2018

App/endici

Articolo per capire un pò meglio in cosa consiste nello specifico la cosiddetta gig economy che usa come struttura le app: in particolare la logistica si caratterizza nell' estrazione di valore dalla veloce e continua riorganizzazione del lavoro e della sua sorveglianza, cioè dalla continua ottimizzazione del tasso di sfruttamento. Non è un caso che le poche lotte degne di nota -e non immediatamente cooptate dai sindacati istituzionali- spesso scoppiano in questo settore ad alto contenuto di globalizzazione (UPS, Amazon, GLS ecc), in cui si  richiede ai lavoratori l' ancestrale sforzo fisico e al contempo l' alfabetizzazione informatica.

A questo proposito di recente un compagno, parlando d' altro, mi ha ricordato che Marx considera la logistica più vicina alla produzione che non al passaggio della circolazione del valore : «il valore d’uso delle cose si attua soltanto nel loro consumo, e il loro consumo può rendere necessario il loro mutamento di luogo, cioè l’aggiunto processo di produzione dell’industria dei trasporti. […] All’interno di ogni processo di produzione il mutamento di luogo dell’oggetto di lavoro e i mezzi di lavoro e le forze-lavoro a ciò necessari – ad es., cotone che dalla sala di cardatura passa alla sala di filatura, carbone che dal pozzo viene portato alla superficie – hanno una parte di grande importanza. Il passaggio del prodotto finito in quanto merce finita da un luogo di produzione autonomo in un altro da questo spazialmente distante mostra lo stesso fenomeno, solo su una scala più grande. Al trasporto dei prodotti da un luogo di produzione in un altro segue ancora quello dei prodotti finiti dalla sfera della produzione nella sfera del consumo. Il prodotto è pronto per il consumo solo quando ha compiuto questo movimento».

Segue un articolo esemplificativo tratto da autistici.org, dedicato ai raider da parte di un preistorico ex-pony express.


Disciplina applicata

Fiumi di parole sono già stati spesi riguardo le nuove forme di lavoro basate sull'utilizzo delle digital platform. Le famigerate App stanno sostituendo e anzi integrando la vecchia organizzazione del lavoro, per atomizzare e gestire al meglio chi ogni giorno suda tra gli scaffali dei magazzini Amazon o tra le strade delle città a misura di delivery. Proveremo ora a dar conto di queste trasformazioni a partire dai cambiamenti introdotti ultimamente da una specifica azienda, già ampiamente chiacchierata nelle pagine di questo blog e non solo: Deliveroo Italia. Avendo sullo sfondo la piccola esperienza di lotta accumulata fino ad ora, degli scioperi torinesi di maggio e settembre scorsi e di altre iniziative in giro per la penisola, cercheremo di capire la portata delle contromisure prese dai padroni (o manager, che dir si voglia) e l'impatto che queste potranno avere sulle possibilità organizzative di future lotte dei rider. A partire dall’attacco diretto al sacrosanto principio del lavorare con lentezza che, almeno in quel di Torino, una buona parte della flotta ha sempre cercato di osservare con fermezza.



Presentata come una risposta alla richiesta di flessibilità del 92% dei lavoratori di Deliveroo, stando alle arcane fonti degli uffici di Milano, la nuova App Rider consente all’azienda di migliorare l’efficienza, per massimizzare i guadagni, e la disciplina, per assicurarsi fattorini affidabili e sempre pronti ad eseguire un ordine. Il tutto senza che i dirigenti debbano muovere il sedere dalle loro poltrone, né sguinzagliare cani da guardia nelle strade.

Per non scivolare in fiumi di parole occorrerà dare per scontate alcune caratteristiche generali sul funzionamento del lavoro in Deliveroo, simile ad altre aziende del settore. Per ora si può partire dall’assunto che la nuova piattaforma, in altri paesi attiva già da un anno, ha integrato e riconfigurato tutte le funzioni prima distribuite su almeno tre app. A partire da questo sottile dettaglio tecnico, possiamo tuffarci nelle possibili e già in atto ripercussioni:
Login
Se ci fosse una parola che descrive bene la summa del rapporto tra rider e piattaforme digitali, bè questa parola sarebbe: login. Se lavorare significa ricevere la segnalazione di una consegna, ritirare l’ordine al ristorante e poi consegnare al cliente, il tutto seguendo i passaggi obbligati che compaiono sulla schermata dell’applicazione, nulla sarebbe possibile senza l’accesso all’app tramite account personale. Fare il login, cliccando sul semplice pulsantino rosso-offline per renderlo magicamente verde-online, significa attivare il GPS e risultare immediatamente disponibile a ricevere ordini sui monitor di chi, negli uffici, gestisce le varie consegne.

Vuoi per una svista di sistema vuoi per offrire la possibilità di lavorare anche all’ultimo momento, in caso di un aumento imprevisto di ordini, fino a poco tempo fa era possibile effettuare il login in qualsiasi istante della giornata. In altre parole, anche senza un turno prenotato, era possibile risultare "disponibile" negli schermi di Milano e, potenzialmente, ricevere ed eseguire ordini. Per quanto di fatto, almeno a Torino, in pochi lavoravano fuori turno usufruendo di questa possibilità.

Indice da un lato di un’estrema flessibilità, offerta, richiesta o imposta da queste aziende del terzo millennio, nel caso di Deliveroo la sua caratteristica on demand si era però trasformata in un utile strumento al momento degli scioperi torinesi, dove anche chi non era prenotato per un turno ma voleva solidarizzare poteva effettuare il login e mostrare la sua presenza. Come a dire che gli effettivi scioperanti non erano solo coloro “ufficialmente” in turno ma un pezzo più largo di flotta. Allo stato attuale il login-fuori-turno è stato eliminato e si può accedere rigorosamente solo all’interno delle prenotazioni convalidate.
Turni richiesti
La prenotazione dei turni è settimanale e nel vecchio sistema avveniva tramite una seconda applicazione denominata Staffomatic. Per ogni giorno della settimana era possibile visualizzare le fasce orarie disponibli (in grigio), quelle richieste dal singolo rider (in bianco) e quelle effettivamente assegnate (in blu). In questo modo rimaneva sempre una traccia documentabile del numero di ore richieste e di quelle realmente assegnate, anche perché Staffomatic conservava tutte le schede di ogni mese. Quando la memoria calava era utile per fare il punto tra lavoratori su chi era più penalizzato e sul "tasso" di insoddisfazione diffusa tra i messaggi delle chat informali per le poche caselle blu ricevute, oltre che un modo per motivare e documentare le proprie rimostranze alla controparte.
Ora la prenotazione avviene in un’apposita pagina della nuova app integrata e ogni giorno che passa vengono cancellate le schede dei turni effettuati, senza lasciare alcuna traccia di ore non assegnate o anche solo dei turni effettuati nell'intera settimana, per non parlare dell’intero mese.

Posti assegnati

Tramite Staffomatic era anche possibile sapere quante persone erano impiegate per ogni fascia oraria, il che rendeva più facile provare ad organizzarsi per uno sciopero o un'iniziativa, tentando di ricostruire tramite passaparola o chat la totalità delle persone presenti su strada in un determinato momento.
Anche questo dato, ora, è segreto.

Rider support

Per chi è avezzo a queste tematiche la figura dei dispatcher è oramai nota: impiegati dell’azienda che davanti agli schermi di Milano gestiscono gli ordini di tutta Italia, compresi gli imprevisti che si presentano di volta in volta nelle varie consegne. Ogni rider si ritrova spesso a dover interloquire con loro, comunicazioni che fino a qualche settimana fa avvenivano su Telegram. Questo lasciava ogni comunicazione registrata e a disposizione di chiunque volesse farle girare. Nel tentativo di ottenere risposte da queste figure circa il motivo di consegne con distanze esorbitanti o turni tolti all'ultimo minuto per presunte ripercussioni, ogni comunicazione restava impressa, anche le domande insidiose rimaste senza risposta.

Oltre che aver uniformato e formalizzato il dialogo, al punto che a volte sembra di parlare con un automa, al momento i dispatcher dialogano coi fattorini solo tramite una chat integrata alla nuova applicazione, ogni sessione di discussione si apre alla bisogna e viene cancellata di volta in volta non appena termina la comunicazione. Potendo ottenere una copia solo su esplicita richiesta.

Ma veniamo alla parte più succosa…
Modalità di assegnazione turni 

Con Staffomatic la prenotazione dei turni avveniva in un arco di tre giorni: ogni rider a partire dal lunedì segnava tutte le caselle bianche in cui sarebbe stato disponibile a lavorare la settimana successiva e negli uffici si prendevano il tempo di redistribuire le caselle blu in base alle loro esigenze. Questo passaggio rendeva possibile avanzare rimostranze, chiarimenti sui criteri di ripartizione e sul minimo di ore assegnate.

Ora la prenotazione avviene in una specifica pagina dell’App Rider, la sessione si apre il lunedì a una determinata ora (es. 17:00) e la convalida è automatica: niente più grigio, bianco o blu, ma il lavoratore clicca sulla casella desiderata (es. domenica 20:00-21:00) e il turno è seduta stante confermato. Per tutte le altre fasce orarie rimane impressa la semplice dicitura “Non ci sono sessioni disponibili“. Questo non solo abbatte un costo per l'azienda, che non paga più un dipendente addetto a raccogliere le varie disponibilità dei rider e redistribuirle, ma costringe i fattorini a una corsa per accaparrarsi i turni migliori. Chi all’ora di apertura della sessione ha un impegno o semplicemente non possiede la dote del touch facile, rimane spesso senza neanche un'ora.
Fasce di merito 
Ma anche l’orario di accesso alla sessione di prenotazione è soggetto a variazioni, sono state istituite infatti tre fasce orarie (11:00 / 15:00 / 17:00). Due criteri, basati sulle prestazioni fino al momento raggiunte, regolano la priorità di accesso: 1 - Affidabilità: quanto in un'unica sessione decidi di lavorare, ossia la percentuale di tempo di ogni singolo turno in cui sei risultato effettivamente online sugli schermi e disponibile a ricevere ordini. Se ad esempio decidi di terminare un'ora prima per qualsiasi motivo, il tuo telefono ha una momentanea disfunzione o l’App Rider si inceppa (cosa non così rara), la tua affidabilità calerà proporzionalmente al tempo non lavorato. 2 – Percentuale di sessioni lavorate nelle ore di maggior flusso di ordini: venerdì, sabato e domenica.

Inutile dire quanto questo possa incidere sulla competizione tra colleghi e sulla creazione di una categoria zeta di lavoratori: chi infatti accede in ultima fascia rischia di rimanere incastrato in un circolo vizioso, per il quale avendo zero o pochissime ore non riesce nemmeno ad incrementare le proprie percentuali. Dagli scaldasedie di Milano l’unico consiglio è stato quello di essere sempre pronti ad accaparrarsi un turno vagante, magari abbandonato all’ultimo da un collega, così da poter faticosamente risalire nel ranking (parola che però si guardano bene dall’utilizzare). A rendere tutto più sinistro la recente informazione, mai comunicata tramite newsletter aziendale ai lavoratori, che il numero di posti disponibili per ogni fascia oraria è chiuso: ciò significa che a parità di percentuali tra due o più fattorini, verificabili alla pagina dell'app Le tue statistiche, se eccedono il numero di posti disponibili i criteri con cui vengono spediti in una fascia superiore o inferiore sono oscuri.
 Il messaggio è chiaro: lavorare sì, ma come, dove e quando diciamo noi! Di contro per mostrare una certa “apertura” e verificare subito l’attitudine al lavoro, l’azienda sta riservando a tutti i neo assunti la priorità di accesso nella fascia delle 15:00. Mentre ai colloqui di assunzione una nuova grande opportunità si apre all’orizzonte…
Cottimo

Da adesso fino a giugno, dai novelli fino ai superstiti delle origini, è possibile sperimentare la nuova modalità di pagamento a consegna. Ricalcando con molta più accortezza i passi già solcati da Foodora, Deliveroo piuttosto che obbligare al cottimo ha deciso di convincere i propri "collaboratori": 1 - Terminato il periodo di sperimentazione del nuovo contratto è possibile, se insoddisfatti, ritornare alla vecchia modalità di pagamento (5,60 euro all’ora netti + 0,80 cents a consegna). 2 - Per tutto l'anno corrente l’azienda offre un bonus di 1,5 consegne pagate per ogni ora (stanti i 4 euro netti a consegna, significherebbe 6 euro all’ora garantiti), anche se si rimane fermi tutto il tempo per la scarsa mole di ordini. A patto, però, che non si rifiuti di effettuare né il primo né il secondo ordine assegnato.

Le criticità del cottimo sui ritmi di lavoro e sulla competizione che innesca sono state ampiamente discusse, questo bonus made in Deliveroo in aggiunta costringerebbe molti rider a non poter più rifiutare nessun ordine. Una pratica che in realtà avveniva abbastanza, ad esempio per prendere un attimo di respiro dopo due ore di lavoro, o per rifiutarsi di effettuare un ritiro al ristorante a chilometri di distanza (una costante in quel di Torino). Sei stanco? Non ti va di macinare sui lunghi viale pieni di smog? Perfetto, addio bonus garantito.

A discapito dello scenario tutt’altro che rassicurante, nel tentativo di formare lavoratori ligi al dovere e che, anche in termini di "flessibilità", soddisfino appieno ogni esigenza di ottimizzazione dell'azienda, restano in mano ai fattorini ancora molti strumenti che dovranno essere in grado di saper mettere a frutto. A cominciare dalla possibilità di far incontrare nella realtà, incrociandosi nelle strade o trovando modi per affrontare le gelide serate invernali, il malcontento che questa nuova App sta portando con sé.






















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